A seguito di una recente intervista con l’ America’s daily Report il Dott. SHIVA Ayyadurai, laurea multipla presso il MIT, incluso un dottorato in Ingegneria biologica, candidato per il senato degli USA nel 2020 nonché l'inventore della posta elettronica, si è rilasciato un video su YouTube, che gli esperti dell’establishment sanitario hanno definito disinformazione sul coronavirus, ma che è diventato virale in una settimana, accumulando oltre 7 milioni di visualizzazioni e circa mezzo milione di condivisioni Facebook e la cui popolarità continua a crescere ora per ora.

Ayyadurai è intervenuto durante l'intervista commentando su Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive e membro di spicco della Task Force Coronavirus della Casa Bianca, asserendo: "Fauci è fortemente integrato nell'istruzione della scuola medica di Big Pharma e dopo essere stato lì per oltre 4 decenni, non può rinunciare a lavorare per il sistema così com'è….”

Lo scienziato ha inoltre, con decisione, sostenuto che il vero pericolo di morte nell’evolversi dell’infezione da covid-19 sia data dalla formazione di liquido interstiziale nei polmoni che renderebbe gli stessi non più funzionali ma che invece rinforzando il proprio sistema immunitario con massicce dosi di vitamina c, questa evenienza sarebbe stata fortemente contenuta.

Coraggiosamente lo scienziato ha fatto notare come l’establishment della sanità Americana non avesse interessi a divulgare notizie del genere che porterebbero ad un minore introito economico da parte della loro sanità che ricordiamo essere totalmente privata. Anche se il canale informativo USA Today, ha bollato tale affermazione come priva di fondamento, lo scienziato ha aggiunto che tutti dovremmo “pompare” il nostro sistema immunitario con massicce dosi di Vitamina A, D, e C e con minerali per poter tornare gradualmente al lavoro mentre gli immuno-depressi e le categorie a rischio dovrebbero e restare isolate attendendo che il decorso di questa pandemia vada scemando.

Occorre tornare agli spazi aperti e a lavorare anche consci del fatto che l’eccessivo isolamento porterebbe ad un peggioramenti della salute complessivo in termini di sedentarietà e quindi di obesità e malattie cardiovascolari e del sistema nervoso in genere, perché ciò genererebbe ulteriore infiammazioni e conseguente indebolimento del sistema immunitario. In oltre vietare l’esposizione ai raggi solari compromette la formazione della vitamina D che è un potente anti microbico.

E ancora: “La campagna condotta dalla sanita Americana starebbe quindi mettendo fuori rotta l’interesse comune che dovrebbe essere maggiormente indirizzato anche verso una dieta più sana e non solo nello spaventare le persone e ridurle ad uno stato di ansia costante per poi costringerle, come in uno stato di polizia, a vaccinazioni plurime obbligatorie a tutto guadagno dei soliti pochi.

Analizzando la storia ,nel passato Americano ci furono due allarmi inizialmente trattati come infezioni incurabili, ma poi curate: lo scorbuto, che fu curato con vitamina C, e la pellagra, curata poi con Niacina o vit B3. Il corpo umano ha al suo interno un ecosistema di germi, 380 trilioni di virus e 62 trilioni di batteri. Ci sono costantemente virus intorno a noi ed un forte sistema immunitario è sempre in grado di autoregolarsi e portare il corpo alla salute. Ma purtroppo nelle università di medicina americane nessun risalto è dato a quest’aspetto d’ immunizzazione”. A nostro avviso, l’intervistato è stato a molto critico verso le misure messe in atto ma è facile intuire come alcune delle sue esternazioni possano essere utili nel dare una chiave di lettura più ampia alla gravosa vicenda della pandemia in corso

Contro

Secondo dottor Michele Lagioia, direttore medico sanitario della associazione Humanitas, la vitamina C non cura e non previene il contagio da Coronavirus. Egli ha dichiarato: “La vitamina C (acido ascorbico) è una vitamina idrosolubile che il nostro organismo non riesce ad accumulare e conservare, e che dunque deve essere assunta con l’alimentazione. È coinvolta in diverse reazioni metaboliche e nella biosintesi di amminoacidi, ormoni e collagene ed è nota per il suo effetto antiossidante. La vitamina C contribuisce anche alla prevenzione dell’insorgenza di tumori, rafforzando il nostro sistema immunitario e ostacolando la sintesi delle sostanze cancerogene, in particolare nello stomaco.

Il suo aiuto è indispensabile anche nel contrasto dei radicali liberi. La sua importanza non è quindi in discussione, tuttavia il suo ruolo nella guarigione dal Coronavirus è una notizia priva di fondamento. La vitamina C non fa male, a meno che non se ne abusi: il rischio di fake news come questa è che le persone assumano troppa vitamina C, rischiando l’ipervitaminosi e conseguenti disturbi ai reni, allo stomaco e all’apparato digerente in generale. Inoltre è bene ricordare che la vitamina C non ha alcuna proprietà terapeutica nella cura dei sintomi influenzali e pertanto non può essere di alcun aiuto nella prevenzione o nel trattamento di un raffreddore; al massimo potrebbe abbreviare l’episodio influenzale, ma bisogna stare attenti a non abusarne.

vitamina c 2

Notizie dal mondo

Secondo un articolo apparso il 24 marzo sul tabloid americano The New York Post, i pazienti affetti gravemente da Covid-19 nel «più grande sistema ospedaliero» dello Stato di New York, avrebbero ricevuto massicce dosi di vitamina C. I medici sarebbero stati ispirati dai risultati positivi che questo genere di trattamenti avrebbero avuto in Cina. Secondo il dottor Andrew G. Weber della Northwell Health di Long Island, i suoi pazienti in terapia intensiva sono stati trattati con 1500 milligrammi – dalle tre alle quattro volte al giorno – della suddetta Vitamina. Tali dosi superano 16 volte i limiti delle normali quantità giornaliere (90 milligrammi), secondo quanto riporta il quotidiano. La vitamina C offre la possibilità – non dimostrata – che possa essere utile nei trattamenti antivirali

Alcuni ricercatori riferiscono dalla Cina di aver curato pazienti affetti da Coronavirus con dosi di vitamina C. In una dichiarazione, il team medico dell’Università Jiatong di Xi’anha descritto la guarigione di pazienti affetti da (COVID-19) con polmonite coronarica grave – una complicanza del virus – dopo la somministrazione di altissime dosi di vitamina C. L’Istituto Nazionale della Sanità consiglia l’assunzione quotidiana di 90 mg e 75 mg di vitamina C rispettivamente per uomini e donne adulti. L’équipe dell’Università Jiatong di Xi’an, invece, consiglia da 50 a 100 mg di vitamina C per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg) al giorno, iniettata per via endovenosa, e fino a 200 mg/kg al giorno per i pazienti più gravi.

Il team raccomanda la somministrazione di vitamina C ai pazienti in condizioni critiche e a quelli con grave polmonite neonatale, o in caso il paziente da coronavirus sia un neonato che ha sviluppato un’infezione polmonare. La somministrazione dovrebbe avvenire il prima possibile dopo l’ingresso in ospedale del paziente da COVID-19. I medici hanno spiegato che l’uso tempestivo della vitamina C potrebbe avere un forte effetto antiossidante sul virus, riducendo potenzialmente le risposta infiammatorie e migliorando la funzione dell’endotelio.

Questi ricercatori sostengono che molti studi hanno stabilito la quantità di vitamina C necessaria per avere un effetto positivo sui pazienti, sottolineando che la loro esperienza pregressa con altri pazienti dimostra che alte dosi di vitamina C non solo migliorano i livelli antivirali nei pazienti critici ma possono anche prevenire e curare l’insufficienza respiratoria acuta e il danno polmonare acuto.

Inoltre, la Medical Association di Shanghai ha rilasciato una dichiarazione che illustrava le loro scoperte su come curare il COVID-19. Con l’aiuto di oltre 30 esperti nel trattamento di polmonite da coronavirus ed il supporto di dati raccolti da più di 300 pazienti, i medici raccomandano alte dosi di vitamina C anche per i pazienti COVID-19 meno gravi, per quelli asintomatici o con sintomi lievi.

A quanto pare la popolazione cinese è consapevole dell’importanza della vitamina C per la salute visto che il gigante commerciale di e-commerce cinese JD.com ed altri rivenditori al dettaglio di integratori segnalano un aumento nella domanda di prodotti per la salute , fra i quali le compresse effervescenti di vitamina C. Anche Il governo di Shanghai, ha annunciato la sua raccomandazione ufficiale: il coronavirus – Covid19 dovrebbe essere trattato con elevate quantità di vitamina C, per via endovenosa. Le raccomandazioni sul dosaggio variano in base alla gravità della malattia, da 50 a 200 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno.

L’esperto di terapia endovenosa il dottor Atsuo Yanagisawa, ( direttore del Centro educativo internazionale per la medicina integrativa a Tokyo, in Giappone, dal 2008 e presidente del giapponese College of Intravenous Therapy di Tokyo ) spiega che “questo specifico metodo di somministrazione è importante, perché l’effetto della vitamina C è almeno dieci volte più potente per via endovenosa che se assunto per via orale”. Continua dicendo che “La vitamina C per via endovenosa è un antivirale sicuro, efficace e ad ampio spettro“.

Il dottor Richard Z. Cheng è un medico specialista cinese-americano, ed ha lavorato a stretto contatto con le autorità mediche e governative in tutta la Cina. Egli è attualmente a Shanghai e ha contribuito a facilitare almeno tre studi clinici cinesi sulla vitamina C per via endovenosa che sono attualmente in corso, ha incoraggiato i cinesi a implementare le terapie con la vitamina C con alti dosaggi anche per via orale.

Inoltre entrambi i medici su citati hanno raccomandato l’uso di vitamina C come prevenzione anche per il coronavirus. Ecco le dichiarazioni ufficiali: “Nel pomeriggio del 20 febbraio 2020, altri 4 pazienti con nuova polmonite coronavirale grave si sono ripresi dal reparto ovest C10 del Tongji Hospital. Negli ultimi giorni 8 pazienti sono stati dimessi dall’ospedale … sono state integrate dosi elevate di vitamina C buoni risultati nelle applicazioni cliniche. Riteniamo che per i pazienti con polmonite grave e pazienti critici, il trattamento con vitamina C dovrebbe essere iniziato il più presto possibile dopo il ricovero. Effetto antiossidante, riduzione delle risposte infiammatorie e miglioramento della funzione endoteliale …

Numerosi studi hanno dimostrato che la dose di vitamina C ha molto a che fare con l’effetto del trattamento. La dose in grammi di vitamina C non può che migliorare gli effetti dell’antivirale, ma soprattutto, può prevenire e curare lesioni polmonari acute (ALI) e difficoltà respiratoria acuta (ARDS). L’uso della Vitamina C negli ospedali di New York è lodevole, ma il dosaggio è troppo basso.” Questo il succo di questo il monito del Dott.Cheng ci tiene a fare delle precisazioni: “trial effettuate anche con dosaggi solo moderati non darebbero i risultati sperati.”

Parte la sperimentazione a Palermo

Con estremo interesse apprendiamo che la sperimentazione in Italia con alte dosi di Vitamina C è partita. Uno studio longitudinale incrociato sarà condotto presso l’Ospedale Nazionale di Rilevanza Arnas Civico-di Cristina-Benfratelli di Palermo. Questo studio includerà tutti i pazienti ricoverati consecutivamente con test di tampone positivo su SARS-CoV-2 e polmonite interstiziale o con polmonite interstiziale con indicazione d’ intubazione.

Al momento dell’ammissione, saranno raccolti dati: informazioni personali e anamnestiche, risultati clinici e di laboratorio come genere, età, etnia, farmaci, ecc… La durata della degenza ospedaliera verrà registrata. Previo consenso informato scritto, Verranno somministrati 10 grammi di vitamina C in 250 ml di soluzione salina da infondere alla velocità di 60 gocce / minuto.

Era circolata in rete la notizia poi smentita dai diretti interessati che in tre ospedali lombardi: il San Gerardo di Monza, il Policlinico e il Sacco di Milano, si stesse avviando una simile sperimentazione.

Il mito dell'acido ascorbico

Quello sul ruolo della vitamina C come cura per raffreddori e altri disturbi è un mito duro a morire, nato da Linus Pauling, uno scienziato americano (anche premio Nobel), che negli anni Settanta ne divulgò le doti terapeutiche sostenendo che la vitamina C è molto efficace per via orale nella cosiddetta formula della miscela degli ascorbati di Pauling. Diverso il discorso per la somministrazione per via endovenosa che deve essere ovviamente eseguita da personale rigorosamente medico non può essere improvvisata.

Il Chirurgo ortopedico romano dottor Adolfo Panfili, dal lunghissimo curriculum internazionale e presidente dell’AIMO, Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare di cui è il fondatore, è allievo del suddetto Pauling, in una recente intervista sui canali multimediali del DreamersDay, ha esortato i suoi colleghi medici che in questo periodo sono “in trincea”, visto l’elevata esposizione nei reparti ospedalieri, a iniettarsi giornalmente vitamina c per via endovenosa, in via precauzionale.

Conclusioni:

Nella speranza che le sperimentazioni cliniche diano al più presto esiti riproducibili e certi, ci sentiamo di suggerire l’utilizzo anche casalingo di vitamina c, sempre nel rispetto dei dosaggi consigliati. Ciò per dar stimolo al proprio sistema immunitario e migliorare le condizioni di salute in genere.

Ricordiamo che la vitamina C liposomiale ha la caratteristica di essere molto più disponibile degli altri tipi di acido ascorbico e meno acida sul sistema digerente e sui reni. Anche l’ester-C è una formulazione brevettata che combina la vitamina C con il calcio in un processo a base acquosa e privo di sostanze chimiche. Ciò si traduce in una miscela pH neutro che è assorbita in modo ottimale in diverse parti dell'intestino. Esistono altre forme alternative di vit. C da fonti naturali e meglio tollerate in genere. Come ad esempio l'acerola che è un piccolo frutto originario del Sud America ricchissima vitamina C o anche la moringa, molto utilizzato in nord Europa od ancora il camu camu, la rosa canin, ed altri...

Numerosi entusiasti del “vivere sano” stanno in questi giorni utilizzando un antico, ma mai tramontato, rimedio della nonna: Il succo di mezzo limone spremuto in acqua bollita, al mattino ed alla sera.
Ciò sembrerebbe ripulire le vie respiratorie e contribuire almeno parzialmente a schermare l’ingresso di agenti patogeni alle mucose polmonari.

Come misure casalinghe, assumere un buon multivitaminico aiuterebbe e la vecchia sana spremuta mattutina dovrebbe senz’altro svolgere una funzione corroborante e se non altro deliziare il palato…. salute!

Toni Mischitelli per Zero39Agency